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Italian For Fun

Vivere nel casino



C'era una volta una donna di nome Anna, che viveva in un piccolo appartamento luminoso e accogliente nel cuore della città di Milano. Anna amava l’ordine e ogni mattina si svegliava molto presto, faceva il letto con precisione, sistemava i cuscini sul divano come se fosse una vetrina di un negozio, e si assicurava che le tazze fossero sempre al loro posto nella credenza. Passava poi le serate al rientro dal lavoro a sistemare carte nella sua scrivania, a riordinare i vestiti nell’armadio, a spazzare (sweep) e a pulire il pavimento. Per Anna, l’ordine non era solo una questione estetica, ma anche mentale: la calma fuori rifletteva la calma dentro.


Ad un certo punto nel mezzo dell’estate, suo fratello Marco si lasciò (broke up) con la ragazza e si è dovette trasferire a casa di Anna. Marco era l’opposto dal punto di vista dell’ordine. Viveva nel momento, senza preoccuparsi troppo di dove lasciava le cose e per lui fare ordine e mettere a posto le cose erano semplicemente una perdita di tempo. Scarpe sparse all’ingresso, una pila di libri sul tavolo del salotto, e una tazza di caffè dimenticata vicino al computer erano all'ordine del giorno a casa sua e cosi’ poi anche a casa di Anna. Lei cercava di dirgli, gentilmente ma con fermezza, quanto fosse importante mantenere la casa in ordine, ma Marco rispondeva sempre con un sorriso: "Anna, un po' di disordine è il segno di una mente creativa!"


Non riuscivano a trovare un accordo e per settimane Anna continuava a sentirsi sopraffatta (overwhelmed). Cercava di non beccare (pick a fight with) il fratello in continuazione ma non ce la faceva più a tenere l’acqua in bocca (keep quiet/hold her tounge). Ogni volta che cercava di rilassarsi, il caos attorno a lei sembrava urlare. Una sera, dopo una giornata particolarmente stressante, Anna esplose nei confronti di Marco perché non ne poteva proprio proprio più. "Marco, non ce la faccio più! Questo casino (mess) mi sta distruggendo!" Marco rimase colpito dalla sua frustrazione e da questa esplosione di sentimenti e invettive (cursing). Si sedette accanto a lei e le disse: "Anna, non voglio che tu stia male. Ma sai, il mio disordine non è cattiveria. È semplicemente il mio modo di vivere. Forse possiamo trovare un compromesso?"


Così, insieme, crearono un piano. Si sedettero a tavolino e decisero di trovarsi a metà strada per poter far tornare la pace. Marco si impegnò a tenere ordinate le aree comuni, come la cucina e il salotto, mentre Anna accettò di chiudere un occhio sulle "zone creative" di Marco, come la sua scrivania e la camera da letto. Decisero anche di dedicare una serata al mese a una pulizia e riordino generale, trasformandola in un’occasione divertente, quasi un gioco, con musica e qualche bicchiere di vino.


Col tempo, Anna imparò a vedere il disordine di Marco non come un nemico, ma come un riflesso della sua personalità vivace. E Marco, dal canto suo, scoprì che un po’ di ordine non limitava la sua creatività, ma anzi, lo aiutava a concentrarsi meglio.


Alla fine, l’appartamento di Anna e Marco non era perfetto, ma era un luogo pieno di vita, risate e, sorprendentemente, armonia. Anna capì che il vero ordine non stava nella perfezione, ma nell’accettare le differenze e trovare un equilibrio.


E così vissero, con un po’ di caos e un po’ di ordine, felici e contenti.


English Translation


Once upon a time, there was a woman named Anna who lived in a small, bright, and cozy apartment in the heart of Milan. Anna loved order, and every morning she would wake up very early, make her bed with precision, arrange the pillows on the couch as if it were a shop display, and ensure that the cups were always in their proper place in the cupboard. In the evenings, after returning from work, she would spend her time organizing papers at her desk, tidying up the clothes in her wardrobe, sweeping, and cleaning the floor. For Anna, order wasn’t just about aesthetics; it was also a mental necessity: outer calm reflected inner calm.


One summer, her brother Marco broke up with his girlfriend and had to move into Anna’s apartment. Marco was the complete opposite when it came to order. He lived in the moment, not worrying much about where he left things. To him, tidying up and putting things away was simply a waste of time. Shoes scattered by the entrance, a pile of books on the living room table, and a forgotten coffee mug near the computer were daily occurrences at his place—and now, at Anna’s too. She tried to explain, gently but firmly, how important it was to keep the house tidy, but Marco always responded with a smile: "Anna, a little mess is the sign of a creative mind!"


They couldn’t find common ground, and for weeks Anna felt increasingly overwhelmed. She tried not to pick fights with her brother constantly, but she couldn’t hold her tongue anymore. Every time she tried to relax, the chaos around her seemed to scream. One evening, after an especially stressful day, Anna exploded at Marco because she simply couldn’t take it anymore. "Marco, I can’t do this anymore! This mess is destroying me!" Marco was struck by her frustration and outburst of emotions and curses. He sat next to her and said, "Anna, I don’t want you to feel bad. But you know, my mess isn’t malice. It’s just my way of living. Maybe we can find a compromise?"


So, together, they created a plan. They sat down at the table and decided to meet halfway to restore peace. Marco promised to keep the common areas, like the kitchen and living room, tidy, while Anna agreed to turn a blind eye to Marco’s “creative zones,” such as his desk and bedroom. They also decided to dedicate one evening a month to a general cleaning and tidying session, turning it into a fun occasion with music and a few glasses of wine.


Over time, Anna learned to see Marco’s mess not as an enemy but as a reflection of his vibrant personality. And Marco, for his part, discovered that a bit of order didn’t stifle his creativity but actually helped him focus better.


In the end, Anna and Marco’s apartment wasn’t perfect, but it was a place full of life, laughter, and, surprisingly, harmony. Anna realized that true order wasn’t about perfection but about accepting differences and finding balance.


And so they lived, with a bit of chaos and a bit of order, happily ever after.


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