L'estate porta con se un sacco di prelibatezze (delicacies) di stagione. Ricordo che quando ero bambina aspettavo con fervore (excitement) lo srotolarsi (unrolling) di ogni stagione che una dietro l'altra scandivano (articulate) momenti particolari della mia vita semplicissima. Aspettavo particolarmente l'estate, stagione di vacanze dalla scuola, giornate passate al mare, del mio compleanno e dei miei frutti e ortaggi (vegetables) preferiti.
Il mese di maggio era sempre inaugurato dalle fragole che duravano poche settimane ma che amavo raccogliere (gather) anche se mi facevano venire l'allergia. Si susseguivano (come in succession) uno dietro l'altro le pesche, le pesche noci (nectarines) i cetrioli, i pomodori, le albicocche, le melanzane, i peperoni e il mio frutto preferito, i fichi, alla fine di agosto.
Un frutto che amavo particolarmente però era anche il cocomero o l'anguria (watermelon). Nella mia regione e in generale al nord, il nome usato per il dolce frutto è anguria mentre cocomero viene usato al centro o al sud d'Italia.
La casa dove sono cresciuta che mio padre ha costruito in due anni mattone su mattone (brick by brick) aveva un grande giardino e un orto rigoglioso (thriving, blooming) piantato esclusivamente con prodotti di stagione. L'aiuola (flower bed) finale dell'orto era l'aiuola delle angurie.
Le sere d'estate spesso quando il sole era tramontato da un po' e il cielo stellato lasciava spazio all'aria più leggera e al caldo meno soffocante, il mio papà ogni tanto decideva che potevamo mangiare l'anguria. Era sempre lui come capofamiglia (head of the house) a dettare (dictate) i piatti serviti per ogni pasto. Andava a raccogliere l'anguria nell'orto prima di cena e la metteva a raffreddarsi nella pompa artigiana per alcune ore. Poi l'andava a prendere e la tagliava fuori su una tavola di legno (wooden plank) a spicchi (wedges, slices) larghi tanto quanto la circonferenza stessa del frutto e poi divisi a metà. Noi la mangiavamo così a fette intere (whole slices), sedute sulle sedie a gambe allargate lasciando che il succo colasse (trickled) sul cemento. Io e mia sorella sputavamo (spit) tutti i semi a uno a uno, facendo a gara (racing, challenging each other) a chi li sputava più lontano, perché credevamo che se avessimo mangiato i semi, un'anguria ci sarebbe cresciuta in pancia.
Per me l'anguria e' un frutto che riflette le tradizioni e le usanze di una famiglia. Noi la mangiavamo seduti fuori, mentre mia sorella e suo marito la tagliano in due meta' e la scavano (dig) a vicenda col cucchiaio. La famiglia del mio ex marito la serve con un po' di sale mentre la mia vice mamma Gina la usa per farci la granita con il basilico. C'è perfino (even) chi la rende una bevanda aggiungendoci dentro liquori.
In qualunque modo la si voglia servire o chiamare, l'anguria rappresenterà sempre l'apice (tip, crest) della stagione estiva per e il ricordo di serate passate insieme all'aperto.
E tu come servi o come mangi l'anguria?
Traduzione:
Summer brings with it a lot of seasonal delicacies. I remember that when I was a child, I eagerly awaited the unfolding of each season, one after the other, marking special moments in my very simple life. I especially looked forward to summer, a season of school holidays, days spent at the beach, my birthday, and my favorite fruits and vegetables.
The month of May was always inaugurated by strawberries, which lasted only a few weeks but I loved gathering them, even though they gave me allergies. Peaches, nectarines, cucumbers, tomatoes, apricots, eggplants, peppers, and my favorite fruit, figs, followed one after the other, with watermelon being the highlight at the end of August.
One fruit that I particularly loved, however, was watermelon. In my region and generally in the north, the sweet fruit is called "anguria," while "cocomero" is used in the central or southern parts of Italy.
The house where I grew up, built by my father brick by brick over two years, had a large garden and a thriving vegetable garden planted exclusively with seasonal produce. The final flower bed in the garden was the watermelon bed.
On summer evenings, often when the sun had set for a while and the starry sky made room for lighter air and less stifling heat, my dad would occasionally decide that we could eat watermelon. As the head of the household, he always dictated the dishes served for each meal. He would go to the garden to pick the watermelon before dinner and let it cool in the artisanal pump for a few hours. Then he would retrieve it and cut it on a wooden plank into wedges as wide as the fruit's circumference and then halved. We ate it in whole slices, sitting on chairs with legs spread wide, letting the juice trickle onto the concrete. My sister and I would spit out all the seeds one by one, challenging each other to see who could spit them the farthest, because we believed that if we ate the seeds, a watermelon would grow in our stomachs.
For me, watermelon is a fruit that reflects the traditions and customs of a family. We ate it outside, while my sister and her husband cut it in half and scooped it out with spoons. My ex-husband's family serves it with a little salt, while my stepmom Gina uses it to make granita with basil. Some even make it into a drink by adding liquor.
However you want to serve or call it, watermelon will always represent the peak of the summer season and the memory of evenings spent together outdoors.
And how do you serve or eat watermelon?
Mi piace anche l'anguria. Oggi, preferisco l'anguria senza semi. I semi sono troppo lavoro per me come un adulto. Ma certo, come una bambina, sputavo i semi ero molto divertente, specialmente con i miei fratelli o cugini. Nella mia famiglia, mangiavamo l'anguria come la tua famiglia, fuori, in grande fette. Ma oggi, la mangio in pezzi, senza la buccia. Ma, sempre, l'anguria deva servire freddo!